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Cima Monte Grappa

 

Il Sacrario Militare di Cima Grappa è un monumento che celebra i soldati caduti durante la prima guerra mondiale nel territorio del Monte Grappa. Il Monte Grappa diventa decisivo per il conflitto a seguito della disfatta di Caporetto e dell’avanzata dell’esercito austro-ungarico.

IL NOSTRO VIAGGIO PARTE DALLA GALLERIA VITTORIO EMANUELE III

In seguito agli attacchi degli Austriaci e dei Tedeschi, l’Italia dovette iniziare a pensare ad uno stratagemma di difesa in quanto, dopo la ritirata tedesca sul loro fronte, gli Austriaci volevano conquistare la Cima del Grappa per poi proseguire verso la pianura. Era quindi necessario studiare un piano di difesa ben strutturato ed efficace. Per questo importante progetto fu chiamato l’ ingegnere Nicolò Gavotti, il cui compito era quello di fortificare il Grappa. Gavotti capì che il Grappa poteva essere scavato, ed ecco la soluzione: un tunnel centrale, con altezza fino a 3 metri e largo in alcuni punti fino a quasi 2,5 metri, che attraversa la montagna per oltre 1500 m. Da questo tunnel centrale dipartono moltissime altre gallerie secondarie che portano alle bocche di artiglieria o a postazioni di mitragliatrici. Per questo enorme lavoro furono asportati 40 000 metri cubi di roccia, in soli 7 mesi.

L’ingresso è posto a fianco della Caserma Milano, ma si poteva comunque accedere tramite alcune gallerie secondarie. In questa galleria, lunga in totale 5000 m potevano muoversi fino a 15 000 uomini. Entrando perciò dall’ ingresso principale, sulla sinistra è presente una foto che rappresenta tutto il percorso, mentre sulla destra è apposta una targa che i soldati dedicarono a Gavotti. Continuando il percorso, sulla sinistra si accede ad una stanza di grandi dimensioni, 18 metri per lato: da qui, tre differenti rampe di scale portano alla Caserma Milano. Sulla destra, procedendo sempre lungo il corridoio centrale, troviamo una cisterna che riusciva a contenere decine di migliaia di litri di acqua. Salendo ancora per la via principale giungiamo alla prima ( di 70 totali) postazione di artiglieria. Seguendo la ripida scalinata posta sulla sinistra della via principale si può raggiungere il Sacrario Ipogeo, ad oggi non accessibile al pubblico.

SOSTA AL SACRARIO IPOGEO

In memoria del terribile evento della Grande Guerra del ’15- ’18, ci fu l’ idea di costruire un sacrario a Cima Grappa, in quanto questa era il punto cardine dove gli Italiani opposero resistenza agli Austro- Ungarici.
Nel 1928 venne costruito il primo Sacrario, il Sacrario Ipogeo; il suo ingresso è posizionato a sud, in corrispondenza di Portale Roma. Al suo interno troviamo sei gallerie: la principale, ed altre cinque che terminavano con dei poggi, ovvero dei terrazzamenti che permettevano di far entrare la luce e di riuscire ad avere un ricambio d’aria. Inizialmente i resti dei soldati defunti venivano posti nelle urne, che affiancavano tutte le gallerie. Ma oltre a rappresentare un simbolo di memoria, questa struttura di gallerie richiamava il senso di un percorso particolare: la Galleria Vittorio Emanuele III rappresentava la guerra, quindi la tragedia. Il cimitero, collocato a sinistra della galleria principale, era associato al purgatorio delle anime dei caduti in guerra, ed infine il Portale Roma, da dove si poteva uscire, rappresentava la vita eterna.
Tutti questi simboli erano stati voluti da Gavotti, per rappresentare in qualche modo il cammino dantesco.
Quando l’opera fu terminata però non ci fu la corrispondenza che ci si aspettava a causa delle idee fasciste dell’epoca: il soldato non veniva valorizzato in maniera opportuna, inoltre l’umidità presente non avrebbe permesso ai resti dei soldati che giacevano nelle urne di conservarsi nel tempo. Ecco che si intraprese la costruzione di una nuova opera, dell’opera eterna.

PER GIUNGERE POI AL SECONDO SACRARIO

Nel 1932 iniziarono perciò i lavori per il secondo Sacrario, che venne poi inaugurato nel 1935.
Fu progettato da Giovanni Greppi, definito l’architetto dei sacrari in quanto aveva già progettato il Sacrario Militare Redipuglia (il più grande d’Italia). Il nuovo Sacrario sorge a 1776 m di altitudine ed è composto da una serie di gradoni semi circolari che si sviluppano sul pendio e si alzano verso la sua sommità. Questo tipo di costruzione fu pensato per limitare i costi e facilitarne la costruzione, sfruttando la pendenza. I loculi, dove poi furono trasferite le salme dei caduti e dove ne furono aggiunte molte altre, erano fatti di pietra viva e bronzo, con un motivo chiamato a colombaio (richiamo alla classicità romana, stampo fascista).

Nella parte a nord troviamo l’ossario austro- ungarico, che conserva i resti di 10 295 caduti, dei quali solo 295 identificati; nella parte sud invece si trova l’ossario italiano, con i resti di 12 615 caduti, solo 2283 identificati. Nella parte centrale è situata la tomba del Gen. G. Giardino, il comandante dell’armata del Grappa.
Ad unire due simboli opposti, ovvero il Portale Roma, che rappresenta la laicità, e la Madonnina, simbolo della cristianità, c’è la Via Eroica, lunga ben 250 m. Lungo questa via, in entrambi i lati, sono collocati i cippi in pietra, sui quali sono incisi i nomi delle località coinvolte negli eventi bellici.
Curiosa è la storia di due sepolture particolari: la 107 del settore austro- ungarico, dove giace il soldato Peter Pan, e la tomba italiana di Zicchi Antonio, dove la sua famiglia potè andare a piangerlo solo successivamente, in quanto all’inizio era stato identificato come Fichi Antonio.

MA QUESTE GRANDI, IMPORTANTI E IMPONENTI OPERE FURONO LA CONSEGUENZA DI…

Durante la Prima Guerra Mondiale (la Grande Guerra del ’15- ’18), più precisamente nel 1917, il Grappa fu uno dei principali luoghi protagonisti di attacchi e contrattacchi bellici.
Dopo lo sfondamento del fronte a Caporetto, gli Austriaci miravano ad accerchiare le truppe italiane da tutte le direzioni per conquistare il Monte Grappa e procedere verso valle: conquistarlo avrebbe voluto dire giungere fino alla pianura.

BATTAGLIA DI ARRESTO

Si svolse nel novembre e nel dicembre del 1917. Il 4 novembre gli austro- ungarici attaccarono le linee italiane, da est e da ovest del Grappa, indebolendo il fronte italiano. Gli Italiani cercarono di bloccare il nemico, anche se le loro condizioni erano sempre più precarie. Il 26 novembre la brigata “Aosta” sconfisse gli austro- ungarici ponendo fine solamente alla prima fase della Battaglia d’Arresto.
L’11 dicembre l’ esercito austro- ungarico attaccò nuovamente, ma dopo numerosi attacchi e contrattacchi, dovette cedere: il 21 dicembre la vittoria della Battaglia d’Arresto fu vinta dalle truppe italiane.

BATTAGLIA DIFENSIVA

Dopo la prima vittoria, gli Italiani lavorarono sodo per rafforzare la loro linea, in preparazione a futuri attacchi. Essenziale fu la Galleria Vittorio Emanuele III che, grazie alle sue postazioni di artiglieria, fu un’ottima alleata italiana.
Nella notte del 15 giugno 1918 gli Austriaci attaccarono nuovamente, ma per merito del Comandante della IV Armata, che fu in grado di contrattaccare quasi simultaneamente, ebbe inizio la Battaglia del Solstizio.
Il 16 giugno, dopo attacchi subiti e non, gli Italiani ricacciarono gli Austriaci da quasi tutti i luoghi che avevano conquistato. A Ponte San Lorenzo, a testimonianza dell’avanzamento delle truppe austriache, è collocata un’epigrafe che riporta la seguente scritta “QUI GIUNSE IL NEMICO E FU RESPINTO PER SEMPRE IL 15 GIUGNO 1918”.

BATTAGLIA OFFENSIVA

Il 24 ottobre del 1918 gli Italiani presero l’iniziativa: era giunta l’ora della terza battaglia. Il 29 ottobre la 4^ Armata avanzò ovunque e annientò il nemico. La Battaglia fu vinta il 3 novembre alle ore 15, ora dell’armistizio.